sabato 22 ottobre 2016

ASSOCIAZIONE DEI DEALER EUROPEI
DI MACCHINE AGRICOLE A CONGRESSO
IN AGENDA AGRICOLTURA DI PRECISIONE,
MARKETING, BIG DATA E GIOVANI

Verona, ottobre 2016. «L’agricoltura di precisione,

la gestione dei big data e le prospettive del digitale, l’esigenza di manodopera specializzata, magari sviluppando il sistema di alternanza scuola-lavoro, e un’azione di lobby congiunta per tutelare il ruolo e la funzione dei commercianti di macchine agricole nell’ambito delle norme europee relative all’omologazione di trattori, rimorchi e attrezzature trainate e conosciuto come Mother Regulation».
Saranno questi i principali temi trattati al 63° congresso del Climmar, l’associazione europea dei commercianti e dei riparatori di macchine agricole, in programma da oggi a domenica a Venezia. Li sintetizza Roberto Rinaldin, presidente dell’Unacma, l’Unione nazionale dei commercianti di macchine agricole, per l’occasione chairman dell’incontro europeo.
Massima attenzione, inoltre, «alla ricerca di nuovi servizi per i clienti, che coniughino l’attenzione le necessità degli utilizzatori delle macchine agricole e la redditività per i dealer», prosegue il numero uno di Unacma.
«L’incontro che organizziamo a Venezia è un momento molto importante per capire il futuro di un comparto che coinvolge oltre 17.200 dealer associati alle 16 federazioni nazionali che compongono il Climmar – afferma Rinaldin all’Ufficio stampa di Fieragricola, rassegna internazionale dedicata all’agricoltura in programma a Verona dal 31 gennaio al 3 febbraio 2018 –. Abbiamo a che fare con mercati e organizzazioni differenti, ma anche con realtà imprenditoriali che non sempre hanno caratteristiche comuni».

In Italia, ad esempio, i commercianti di macchine agricole sono circa 2.000. «In questo macro-settore, però, sono ricompresi anche i rivenditori di soli usati o di sole attrezzature e di mezzi e attrezzature per il giardinaggio – precisa – mentre i commercianti di macchine agricole, intese come trattrici, attrezzature e mietitrebbie non superano le 400 unità».
Altrove, in Europa, gli scenari sono differenti, con ripercussioni anche in termini di fatturato medio per dealer associato al Climmar. «La media europea è intorno ai 2,5 milioni di euro – calcola l’associazione – ma vi sono punte verso l’alto in Lettonia, Regno Unito, Francia, Belgio, Svezia. L’Italia ha una media dichiarata al di sotto dei 2 milioni».Nell’ottica di confronto e condivisione delle soluzioni per i dealer, «l’Italia gioca un ruolo di leadership, sia in termini di idee che di visione complessiva di un comparto che sta evolvendosi velocemente, anche in ragione di una contrazione del numero di agricoltori e di una specializzazione delle colture, che però avviene in maniera diversa e risponde a logiche di superfici coltivate, di mercato, persino di cambiamenti climatici, verso i quali siamo convinti che anche la meccanizzazione agricola debba svolgere un ruolo determinante». Tuttavia, il sistema italiano, secondo Unacma, «soffre, oltre allo scarso interesse generale verso il settore primario – non un quotidiano ha una pagina dedicata all’agricoltura e ci si ricorda del settore primario solo in occasione di mucche pazze, zucchine giganti o quote latte –, di una scarsa attenzione all’inserimento dei giovani nello specifico settore dei dealer, al contrario di altre realtà in cui sono previsti strumenti su misura per favorire l’ingresso dalla scuola al lavoro».
Fra i temi sotto la lente dei commercianti di macchine agricole europee, ci saranno anche quelli della revisione dei mezzi, l’assistenza post vendita, le nuove frontiere del marketing, ma anche la reputazione dei marchi dei costruttori.

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